Ieri

Molte erano, a Vernante, le tradizioni legate alle festività.

In passato, l’ultimo giorno dell’anno veniva festeggiato con la vihà (la veglia), durante la quale vernantini si
ritrovavano in una stalla o in una casa e, mangiando castagne lesse, ballavano, cantavano, scherzavano.
Nel frattempo, i bambini andavano a bussare a tutte le porte delle abitazioni augurando un buon anno nuovo;
come ricompensa, ricevevano spiccioli, biscotti e caramelle.

All’Epifania (6 gennaio) vi era l’usanza dei bihèt (biglietti): dopo essersi riuniti in una stalla, i vernantesi
scrivevano, su alcuni bigliettini, i nomi delle nubili e dei celibi di Vernante.
I foglietti venivano poi messi in due cappelli separati.
Si estraevano infine a sorte i biglietti, creando così nuove coppie di giovani.

Durante il Carnevale, solo i maschi potevano travestirsi. Interpretavano vecchi e sposi con le loro mogli, ed
erano seguiti da un suonatore di semitoun (fisarmonica diatonica) non mascherato.
Nello stesso periodo si organizzava la Sina d’la Crusà (Cena della Confraternita di Santa Croce), una cena
sociale alla quale tutti i vernantini erano invitati. Fra canti e balli, la cena durava fino al giorno successivo.

Il primo giorno di Quaresima (il mercoledì delle Ceneri), a Vernante comparivano i magnìn, gli stagnini,
uomini travestiti e con visi dipinti di nero che, con tanto di accompagnamento musicale e canoro, andavano
per le stalle a far la questua di uova. A fine giornata, con le uova raccolte, si cucinava un’enorme frittata che
si offriva poi ai magnìn ed alle loro compagne.

Durante la Settimana Santa era tradizione fare lou tapage (il chiasso): i giovani del paese annunciavano le
funzioni religiose facendo, appunto, chiasso con raganelle, corni, tic-tac (palette in legno che si battevano
l’una con l’altra). Lou tapage, che simboleggiava gli insulti e le percosse ricevute dal Cristo durante la sua
Passione, proseguiva anche durante le messe.

La baja, protetta da Sant’Eligio, era una manifestazione di origine medievale che aveva luogo la seconda
domenica di luglio. Rievocava il ritorno dei vincitori dagli scontri del 970 d.C. fra valligiani, capeggiati dagli
Abbà, e saraceni (Moru) spagnoli.
Un vernantino con discendenza da famiglia di cartuné (carrettieri) interpretava l’Abbà indossando alabarda,
cappello e coccarda e cavalcando un mulo bardato; sfilava poi assieme agli altri cavalieri lungo le strade di
Vernante.

La Festa dell’Assunta era (ed è) la più importante del paese. La sera del 14 agosto, il trono dell’Assunta,
conservato presso il Santuario della Madonnina della Valle, veniva (e viene) portato in processione, fra
fuochi d’artificio, verso la Chiesa Parrocchiale. Era ed è trasportato tutt’oggi dai discendenti delle famiglie
Risso (Vallon Arma) e Landra (Vallon Secco); le famiglie che, secoli addietro, avevano portato la statua a
spalle da Torino (luogo ove era stata realizzata) a Vernante.
Il giorno successivo (15 agosto) veniva (e viene) fatto il percorso inverso.
Il 16 agosto si organizzava (come anche oggi) la Festa delle Leve, dove tutti coloro che compiono anni con
cifra tonda si ritrovavano (e si ritrovano) nei ristoranti di Vernante per mangiare, cantare, suonare e ballare.

Nello stesso giorno si svolgeva la cursa d’impiastru, nella quale buontemponi in bicicletta, carro o carriola,
correvano per le vie del paese facendo tappe obbligate in alcune osterie per bere vino; l’arbu d’la cuccagna
(l’albero della cuccagna) sull’acqua; la gara d’la pasta suita (la gara della pastasciutta), dove, con le mani
legate dietro la schiena, si doveva mangiare, nel minor tempo possibile, un piatto di pastasciutta al sugo
accompagnata da un bicchiere di vino.

Durante l’anno, si organizzavano (e si organizzano) i festìn (le sagre), feste popolari con funzioni religiose,
cene e giochi celebrate nell’anniversario della festa patronale della specifica frazione o borgata di Vernante.
I masé erano coloro che si occupavano di pianificare le feste; venivano nominati dal parroco la notte di
Natale.

Oggi

La Festa dell’Assunta (14-15 agosto) è rimasta la più amata fra le manifestazioni vernantesi.

Ancor oggi si organizzano la Festa delle Leve (16 agosto) ed i festìn (ultimo weekend di giugno: festìn di San
Giovanni Battista nella cappella del Vallone San Giovanni; primo weekend di luglio: festìn di San Macario
nella cappella omonima lungo il Vermenagna; secondo weekend di luglio: festìn di Santa Lucia nella
cappella dell’omonima frazione); terzo weekend di luglio: festìn di S. Giacomo a Palanfrè; weekend più
vicino al 24 agosto: festìn di San Bartolomeo nella frazione Folchi; prima domenica di agosto: festìn della
Madonna della Neve nella cappella della frazione di Ciastellar.

A queste manifestazioni si sono aggiunte: “Pinocchio dell’anno”, una tre giorni, ad aprile, ricca di eventi;
“Vernant que chanta” a giugno, festa nella quale è inserita anche la fiera del coltello; “Festa della
Tourousela” a luglio, una manifestazione immersa in un’atmosfera medievale con decine e decine di
figuranti; “Sapori di Neve” a novembre, dedicata a concerti e mercatini.